sabato 22 luglio 2017

Recensione - Spada di Vetro di Victoria Aveyard

TRAMA: Il suo sangue è rosso – come quello della gente comune – ma lo straordinario potere di controllare i fulmini, che nessun Argenteo possiede, rende Mare Barrow un'arma sulla quale il Palazzo vorrebbe riuscire a mettere le mani. Tutta la corte la considera un'eccezione, ma non appena Mare riesce a sfuggire a Maven, il principe – e prima ancora l'amico – che l'ha tradita, scopre una verità sconvolgente: lei non è affatto un'eccezione. Perché di giovani Rossi e Argentei ne esistono molti altri.
Inseguita da Maven, diventato un sovrano crudele e vendicativo, Mare fa di tutto per trovare e reclutare altri guerrieri Novisangue che si uniscano alla lotta dei ribelli contro il re oppressore. Nel farlo, però, entra in un territorio molto pericoloso, dove rischia di diventare proprio come i mostri che sta cercando di sconfiggere. Riuscirà a sopportare il peso delle vite che dovranno essere spezzate durante la ribellione? O la slealtà e il tradimento subiti l'avranno indurita per sempre?
Nel secondo elettrizzante romanzo di Victoria Aveyard, la lotta dell'esercito ribelle contro un mondo ingiusto, dove è considerato normale segregare le persone in base al colore del loro sangue, costringerà Mare ad affrontare il lato oscuro che piano piano si è fatto largo nel suo animo.

RECENSIONE: Spada di Vetro inizia subito dopo la fine del primo volume, Regina Rossa, e nel punto esatto in cui avevamo lasciato la storia.
Mare, dapprima una semplice ladruncola di Palafitte, scopre di avere dentro di sé un potere inimmaginabile: il controllo dell’elettricità. Aiutata dal principe Cal, e grazie all’alleanza di una società segreta di Rossi chiamata la Guardia Scarlatta, Mare è pronta ad affrontare l’imminente guerra contro gli argentei ma, soprattutto, contro il Principe Maven e sua madre, la Regina Elara. La sparafulmini e il principe Cal, dopo un attacco a sorpresa della Guardia, riescono ad evadere dal Palazzo Reale e a liberarsi dalla tortura psicologica che era quella di convivere con la Regina, la cui abilità di leggere i pensieri si è rivelata molto spesso un vero e proprio ostacolo da superare.
Nel secondo volume ritroviamo sia i vecchi personaggi sia ce ne vengono introdotti di nuovi.
Alla fine del volume precedente, viene consegnata a Mare una lista di nomi di “novisangue”, ossia una lista di tutti coloro che hanno le stesse abilità degli argentei ma il cui sangue è inequivocabilmente rosso. Da qui parte la disperata recluta di chiunque si trovi su quella lista in modo tale da salvarli dal principe Maven e da un destino tutt’altro che roseo.
Essendo questo il secondo volume della serie è meglio non rivelare troppo sulla sua trama, ma in generale il libro mi è piaciuto.
Ho trovato Spada di Vetro leggermente superiore al suo predecessore, nonostante la “sindrome da secondo libro di una serie”, come mi piace definirla, non abbia tardato ad arrivare. È chiaro sin dalle prime pagine che si tratta di un libro di passaggio, le vicende più importanti le troveremo soprattutto nei volumi a seguire anche se, dal finale di questo secondo volume, la sensazione che Gabbia del Re ci regalerà un sacco di tumulti si fa sempre più viva. Con questo non intendo dire che il libro non sia interessante, anzi preferisco di gran lunga un romanzo pieno di azione come questo ad uno più statico come Regina Rossa, ma il problema è che nonostante l’azione riempia la stragrande maggioranza del libro le dinamiche tra i personaggi non sono quasi per nulla interessanti, mi sarebbe piaciuto vedere una crescita nei rapporti interpersonali che, ahimè, non è arrivata; la lettura di questo libro mi ha inoltre rimandata molto a quella de Il Canto della Rivolta di Suzanne Collins, e in alcuni punti la somiglianza è così schiacciante da scatenarmi una smorfia in viso per quanto ne sia rimasta amareggiata.
Nonostante tutti i punti precedenti però la lettura scorre abbastanza veloce, la scrittura della Aveyard è molto basica, conforme agli standard del genere e per nulla ridondante e il romanzo nel suo complesso ne giova di questa caratteristica.
La mia opinione sui personaggi non è del tutto cambiata rispetto al primo volume ma il cambiamento più radicale è avvenuto nei confronti della protagonista, che nel primo volume si presenta come la solita eroina da fantasy young adult molto stereotipata, mentre in questo secondo romanzo della serie ho trovato molto più completa sia per l’approfondimento che l’autrice è riuscita a trasmetterci sia perché la sua personalità viene messa completamente a nudo. Nonostante le mie eroine preferite siano quelle badass e senza cuore devo dire che Mare Barrow è riuscita ad impressionarmi con una caratteristica che non credevo possibile: la sua umanità!
Nel leggere un libro molte volte ci dimentichiamo di assistere alle avventure di personaggi poco più che adolescenti, mentre in questo caso è trasparente come la giovane età della protagonista abbia influito pesantemente nelle sue scelte e, soprattutto, nelle sue azioni e Mare si presenta come una normale diciassettenne odierna: fragile, sensibile e con la paura delle responsabilità dell’età adulta. Come per Regina Rossa, invece, mi ritrovo ancora non capire il senso del personaggio del principe Cal, il più inetto tra tutte le personalità del romanzo, e non capisco il senso della sua presenza in entrambi i libri se non per ricoprire il ruolo di “interesse amoroso” della protagonista, con cui tra l’altro, la chimica sembra quasi del tutto assente. È forse questo l’unico caso in cui preferirei che la protagonista avesse interesse per qualcun altro (coff coff…Kilorn...coff coff), oppure che non avesse interessi affatto.
Sembra quasi che per ogni personaggio caratterizzato bene, la Aveyard ne lasci altri abbandonati a sé stessi.
I migliori personaggi della serie, per il momento, si confermano ancora il Principe Maven e la malvaglia madre, la Regina Elara, anche se in quest’ultimo caso avrei voluto che il personaggio fosse utilizzato in un'altra maniera, ma non entro nello specifico altrimenti potrei fare spoiler. Maven si riconferma la personalità più interessante del romanzo, nonostante le sue scene siano a malapena un paio, e la sua assenza durante la lettura si è purtroppo percepita, ma il prossimo volume ci fa sperare in un ritorno in pieno stile villain.
Lo sviluppo della trama è stato buono, non ho riscontrato alcun buco o incongruenza, e se il mio istinto non m’inganna per il prossimo volume ci sarà un bel po' da raccontare.
In generale il libro non è stata una cattiva lettura, anzi dopo un inizio mediocre come quello di Regina Rossa, si è rivelato migliore nonostante sia più un libro di “transizione” che di vera e propria azione, anche se sinceramente mi aspettavo qualcosina in più dalla storia.
Il mio voto finale è di 3.5/5.

VOTO



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