mercoledì 25 ottobre 2017

Recensione - Midnight Jewel di Richelle Mead

TRAMA: Mira non è come le altre ragazze della Corte Scintillante. È sopravvissuta a una guerra, è stata cacciata dalla sua terra natale e scaraventata in un paese dove ha imparato a combattere contro le tante ingiustizie che la circondano. Nel Nuovo Mondo, Mira progetta di guadagnarsi il riscatto dal contratto di matrimonio e di essere finalmente libera. A bordo della nave, si propone come informatrice a un passeggero, il sardonico e distaccato Grant Elliott, che ha scoperto essere una spia della prestigiosa agenzia McGraw oltre che il suo lasciapassare per la libertà. Saltata la copertura, Grant non ha altra scelta se non ingaggiarla. Mira si applica giorno dopo giorno per imparare l’etichetta e le usanze che le permetteranno di guadagnarsi l’anonimato. Di notte indossa una maschera e scivola in città, per combattere l’ingiustizia e la corruzione a modo suo, impressionando Grant con le sue straordinarie capacità e intuizioni sui fermenti di rivolta. Ma la cospirazione non è la sola cosa con cui dovranno combattere… Nessuno dei due può ignorare l’attrazione che divampa tra loro, talmente intensa da minacciare di far crollare tutto quello per cui Mira ha lavorato con tanto impegno. Avendo la libertà finalmente a portata di mano, potrà rischiare tutto per amore?

RECENSIONE: Ringrazio la casa editrice LSWR per aver dato l'opportunità di leggere questo libro in anteprima per potervene parlare sul blog, mi fa sempre molto piacere collaborare con loro.
Midnight Jewel è il secondo libro di una trilogia di companion tutte ambientate nella Corte Scintillante, già protagonista del primo volume. La storia che viene raccontata è pressocchè la stessa, l'arco temporale è lo stesso seguito in The Glittering Court, ma la novità sta nel cambiamento del punto di vista. In questo secondo romanzo Richelle Mead ci permette di approfondire la conoscenza di Mira, la ragazza sirminicana compagna di avventure di Adelaide, che diventa la protagonista di una storia del tutto inaspettata. Come le altre ragazze, Mira si prepara al suo debutto in società attraverso delle dure lezioni di etichetta presso la Corte Scintillante ma durante il viaggio verso Adoria fa la conoscenza di Grant Elliott, che scopre essere in realtà una spia sotto mentite spoglie, e per guadagnare qualche spicciolo ed avere più possibilità di trovare e liberare suo fratello Lonzo, Mira si propone come sua informatrice personale; il suo compito è quello di scovare il maggior numero di informazioni possibili riguardanti i giovani ereditieri o i nobiluomini che si sono presentati per prendere moglie. Tra i due si sviluppa da subito un'attrazione fisica molto forte, e la distrazione per Mira è sempre all'ordine del giorno, ma lei è destinata a sposare qualcun altro, qualcuno che le possa dare un buon titolo e una buona dote e questa per lei sarà la condanna peggiore. 



Non essendo questo un vero e proprio secondo volume, in quanto non racconta una storia diversa da quella del primo romanzo, ho avuto modo di concentrarmi su qualcosa che andasse al di là della trama del libro. Midnight Jewel si distingue dal suo "cugino" The Glittering Court proprio per alcune sottigliezze che nel romanzo precedente potrebbero esserci sfuggite. Richelle Mead, che ho già apprezzato nella saga de L'Accademia dei Vampiri, conferma di sapere ciò che sta facendo, e di farlo anche piuttosto bene. Si nota da subito come Midnight Jewel si incastri perfettamente con le vicende del suo predecessore e come gli eventi non siano stati descritti propriamente a caso.
In questo secondo libro ritroviamo una nostra vecchia conoscenza: Mira, la ragazza sirminicana amica di Adelaide che subito si contraddistingue per la sua innata capacità di spiccare e di essere notata tra la massa. Ciò non è dovuto solamente dalle sue origini ma è il suo aspetto che in generale che rasenta la perfezione. La cosa che più mi è piaciuta del suo personaggio è stata la determinazione e la tenacia che la distinguono dal resto della ragazze della Corte Scintillante che invece sembrano subire passivemente il loro destino. Mira non crede nella buona sorte, la buona sorte se la crea. 

Mi è piaciuto come è stato costruito il suo personaggio, in netta opposizione con quello "agiato" di Adelaide, il suo è un passato piuttosto travagliato e burrascoso. Mi è piaciuta anche l'interazione che ha avuto con gli altri personaggi di contorno della storia, soprattutto con l'interesse amoroso della storia, il cui scambio di battute è risultato davvero spontaneo e naturale.


Lo stile di scrittura della Mead si riconferma essere nella media del genere, e la sua tendenza ad essere prolissa non manca in questo volume. Come anche in The Glittering Court, purtroppo, la lettura scorre lenta soprattutto per la stile eccessivamente ridondante e prolisso dell'autrice, che fa perdere un po' di punti anche alla storia stessa, che ne risente. Il romanzo avrebbe potuto contare almeno un centinaio di pagine in meno e risultare più efficace, a mio parere. 
La trama, anche non essendo propriamente fantasy, è molto studiata in questo secondo volume, che ho preferito rispetto al primo proprio per gli intrecci che scarseggiavano nel primo. 
In conclusione, il libro è stata una lettura piacevole. Come anche il predecessore, non lo trovo il miglior lavoro dell'autrice, che con una trama del genere avrebbe potuto sviluppare meglio la trama, ma non nego di essermi un minimo affezionata alla sorte dei giovani diamanti di Adoria quindi la mia valutazione è di 3/5





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