venerdì 11 maggio 2018

Recensione - Absence. L'altro volto del cielo di Chiara Panzuti

TRAMA: n questo nuovo capitolo, "L'altro volto del cielo", le coordinate fornite dal misterioso uomo in nero conducono Faith e i suoi compagni a Est. Il siero che li rende invisibili comincia a danneggiare il fisico dei ragazzi, per i quali la conquista dell'antidoto si fa sempre più indispensabile. Soltanto Faith sembra resistere agli effetti collaterali e sviluppare sempre più prontezza fisica e mentale. Dopo uno scontro violentissimo con una squadra avversaria nella base navale di Changi Bay, Singapore, la ragazza, esausta per la lotta, perde coscienza e viene catturata. I suoi carcerieri, membri della stessa organizzazione ideatrice del siero, hanno un'insinuante proposta da farle: unirsi a loro. Tormentata dai sensi di colpa ma affascinata dalla possibilità che le viene offerta, Faith dovrà scegliere tra il suo gruppo, i suoi amici, e un futuro indipendente in cui far sviluppare le proprie doti di combattente, dimentica di tutti e da tutti dimenticata. Potranno l'amore e la lealtà verso ciò che ha di più caro convincere Faith a non cedere alla seduzione della forza?



RECENSIONE: L'altro volto del cielo è il secondo volume di quella che credo sarà una trilogia, di Absence. La storia verte sulla vita di quattro ragazzi inglesi e sulle loro avventure in giro per il mondo. Un giorno i quattro giovani hanno una strana sensazione, sembra quasi che nessuno li veda, ma ciò che non sanno è che in realtà gli altri non ricordano assolutamente la loro intera esistenza.
Da questo punto partono le vicende del primo libro che vede i quattro ragazzi, ormai riuniti, fare squadra per arrivare a risolvere questo inquietante enigma. Un uomo misterioso continua a presentarsi lungo tutta la vita, e i biglietti che ricevono da lui corrispondono alle coordinate del posto che devono assolutamente raggiungere per fare un passo in più verso la soluzione, verso la salvezza.
Dopo incontri, inconvenienti, strane avventure e amori adolescenziali i quattro ragazzi si ritrovano a soffrire fisicamente la loro non-esistenza al punto tale da non reggersi in piedi. Faith, la nostra protagonista, è l'unica a non soffrire ed è l'unica in grado di condurre il gruppo verso l'antidoto.

Il mio rapporto con questa serie non è dei migliori, testimone una precedente recensione che risale all'anno scorso dove vi parlavo del primo volume di questa trilogia, e vorrei davvero tanto essermi ricreduta ma purtroppo ciò non è accaduto.
Come ho detto anche l'anno scorso, ho voluto dare a questa serie una seconda occasione perché non mi sembrava giusto giudicarlo basandomi su una singola opera, quindi quando mi hanno offerto (ringrazio la Fazi Editore) di leggere e recensire questo secondo volume ho deciso di accettare.
Purtroppo il mio pensiero su questa storia non è cambiato da quello di un anno fa. Penso ancora che l'idea di base di questa trilogia sia davvero buona, continuo a non vedere in giro libri che trattano questo genere di storie quindi la scelta della trama è stata intelligente, ma i personaggi rovinano decisamente il tutto. Dopo due libri i personaggi sono ancora completamente piatti e insopportabili, partendo proprio dalla protagonista, Faith, che prenderei a sberle una pagina si e l'altra no. La chimica tra i personaggi è quasi del tutto assente, i dialoghi tra loro sono troppo impostati e freddi per poter essere parte di una conversazione tra adolescenti e le storielle d'amore sono forse la parte che ho preferito meno. Totalmente fuori luogo.

In genere il libro scorre lentissimo proprio perché, a differenza del primo volume, è noioso! Questo libro ha avuto la capacità di annoiarmi anche nelle scene d'azione, era davvero tutto troppo irrilevante ai fini della trama e soprattutto lento.
Non mi sono piaciute le scelte stilistiche dell'autrice né mi è piaciuto come ha sviluppato la trama. Ho capito quale fosse il suo intento, creare uno young adult che avesse tutte le caratteristiche che "piacciono" ed inserirci una bella tematica come quella dell'invisibilità (ma secondo me la metafora l'hanno capita in pochi), ma credo proprio che non ci sia riuscita.
Questo volume mi è piaciuto ancor meno del primo, che in sé non ho mai detto essere un brutto libro anche perché le ultime cento pagine mi erano davvero piaciute.
L'unica cosa che si salva in questo volume è lo stile di scrittura che, anche se non aiutato da tutto il contorno, è piacevole da leggere a tratti. Se l'autrice scrivesse altro magari lo leggerei.

La cosa mi dispiace abbastanza perché vedo in giro per il web gente, dei cui gusti letterari mi fido, che impazzisce per questi libri e ne osanna la bellezza e la profondità ma io non ci ho trovato nulla di tutto questo, solo un'accozzaglia di roba. Forse non ho io la maturità giusta per comprenderlo, o forse non ho recepito bene il messaggio. Non lo so.
In conclusione non mi sento di consigliarvene la lettura, anche perché sarebbe incoerente, però se siete curiosi magari potete dargli un'opportunità e vedere cosa ne pensate.
La mia valutazione è di 2/5


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