mercoledì 7 giugno 2017

Recensione - This Savage Song di Victoria Schwab

TRAMA: Per anni Verity City è stata teatro di crimini e attentati, finché ogni episodio di violenza ha cominciato a generare mostri, creature d'ombra appartenenti a tre stirpi: i Corsai e i Malchai, avidi di carne e sangue umani, e i Sunai, più potenti, che come implacabili angeli vendicatori con il loro canto seducente catturano e divorano l'anima di chi si sia macchiato di gravi crimini. Ora la città è attraversata da un muro che separa due mondi inconciliabili e difende una fragile tregua: al Nord lo spietato Callum Harker offre ai ricchi protezione in cambio di denaro, mentre al Sud Henry Flynn, che ha perso la famiglia nella guerra civile, si è messo a capo di un corpo di volontari pronti a dare la vita pur di difendere i concittadini e ha accolto come figli tre Sunai. In caso di guerra la leva più efficace per trattare con Harker sarebbe la figlia. Così August, il più giovane Sunai, si iscrive in incognito alla stessa accademia di Kate per tenerla sotto controllo. Ma lei, irrequieta, implacabile e decisa a tutto pur di dimostrare al padre di essere sua degna erede, non è un'ingenua...

 

RECENSIONE: This Savage Song è un romanzo fantasy ambientato in una città fittizia chiamata Verity City che, dopo una serie di avvenimenti disastrosi, è costretta ad essere divisa da un muro; dal lato Nord Callum Harker offre protezione (sotto forma di un medaglione) ai cittadini in cambio di denaro, dall’altro Henry Flynn, un semplice umano, ha eretto una associazione di volontariato chiamata FTF adibita alla protezione della città dai mostri. Esistono infatti tre tipologie di mostri a Verity City, ognuna a suo modo letale: i Corsai e i Malchai sono creature dall’aspetto mostruoso che si nutrono di carne umana, mentre i Sunai, delle creature all’apparenza identiche ad un essere umano, si nutrono dell’energia vitale degli uomini che in vita hanno peccato e, inoltre, ognuno di loro è in grado di utilizzare la musica a proprio vantaggio, costringendo la preda a cadere ai propri piedi inerme.
Le due fazioni nemiche sono consapevoli di essere sull’orlo di una guerra imminente e che qualcosa deve essere fatto immediatamente. E così che Henry Flynn decide di inviare uno dei suoi tre figli adottati, August Flynn, minore dei tre fratelli Sunai ultimi superstiti della loro specie, in missione sotto mentite spoglie nella città del Nord dove dovrà frequentare lo stesso liceo della giovane Kate Harker, unica figlia di Callum e riuscire a carpire delle informazioni riguardanti suo padre.
La storia si fa intricata nel momento in cui la scuola viene improvvisamente attaccata e Kate sembra esserne il bersaglio centrale. August dovrà decidere se rivelare la sua vera identità alla ragazza ed aiutarla a scappare oppure se mantenere il suo segreto e lasciare che la sua unica fonte di informazioni le venga rubata sotto il naso. 


“The teacher had been right about one thing: violence breeds.
Someone pulls a trigger, sets off a bomb, drives a bus full of tourists off a bridge, and what’s left in the wake insn’t just shell casings, wreckage, bodies.
There’s something else. Something bad.
An aftermath. A recoil.
A reaction to that anger and pain and death. That’s all the Phenomenon was really, a tipping point.
Verity had always been violent – the worst in all ten territories – it was only a matter of time before that was enough mass and all that bad started pulling itself together.” 




Il romanzo ha una trama abbastanza intricata ed è per questo che, soprattutto nelle prime pagine, c’è bisogno che si presti molta attenzione a ciò che viene descritto. Il romanzo procede inizialmente un po’ lento, per dare tempo al lettore di metabolizzare bene le informazioni e per avere un quadro più o meno completo dei personaggi.
I punti forti di questi libro sono decisamente lo stile di scrittura della Schwab, scorrevole, musicale, quasi poetico e ricco di possibili citazioni, riesce a trasportanti del tutto all’interno del romanzo aggiungendo descrizioni degli stati d’animo fortemente suggestive ed evocative, e i personaggi che gli fanno da protagonisti.
È estremamente raro trovare un libro in cui ogni singolo personaggio sia interessante e caratterizzato al punto giusto. La storia della famiglia Harker, in particolare, è stata la parte più coinvolgente della storia, una serie di flashback infatti, ci riportano ad una Kate bambina plasmata da suo padre per diventare tanto crudele quanto spietata: la lotta contro i mostri di Verity City è per Callum l’unica cosa che realmente conta nel suo governo. La giovane Kate si ritrova appena adolescente, con un carattere decisamente ribelle e irascibile, a dover cambiare la sua sesta scuola nel giro di cinque anni con la vana speranza che suo padre la faccia ritornare a casa per ricreare quell’ambiente familiare che le è stato negato; sua madre infatti è morta in un incidente stradale e da quel momento la ragazza non è mai riuscita ad instaurare un buon rapporto con suo padre. Callum, da parte sua, non ritiene sua figlia abbastanza forte per poter portare in alto il nome della famiglia ed eguagliare le sue gesta, tanto da portare ad un’eterna lotta ai confini di sé stessa per riuscire, a qualunque costo, a rendere suo padre fiera di lei. Omicidi, combattimenti e incendi appiccati per puro divertimento sono solo una piccola parte di quello che Kate è in grado di fare per difendere la sua città e ne darà larga prova nel corso di tutto il romanzo. Tutte le sue certezze crolleranno e il vuoto cosmico è quello che deve affrontare, ripartire da zero e cercare alleanze inaspettate


“Kate didn’t actually care that much about running a school or a city. She just didn’t want Harker to look at her and see weak, see helpless, see a girl who shared nothing but a few lines of his face, a shade of blond. She wanted him to look at her and see someone who deserved to be there. Because she’d been damned if she’d let him send her away, not this time.
 She fought her way here, and she’d fight to stay.
I am my father’s daughter.”




August.
Terzo ed ultimo rappresentate della sua categoria, August è un ragazzo sensibile e dall’animo buono ed è proprio questo che attira l’attenzione della spietata Harker, con la quale instaurerà un solido rapporto di fiducia reciproca. Non ci viene presentata come una coppia romantica, due persone troppo diverse per potersi innamorare? Eppure i due inspiegabilmente si fidano l’uno dell’altro tanto di affidarsi a vicenda la propria vita. August rivelerà parti di sé stesso mai rivelate a nessuno, sarà costretto ad affrontare situazioni estreme, a compiere scelte dolorose e ad intraprendere un cammino che mai avrebbe pensato.
Nemici che diventano alleati.
Complotti.
Tradimenti.
Ci si può fidare della propria famiglia oppure l’unica certezza che abbiamo è solo quella data da noi stessi?


“Why are there so many shadows in the world, Kate? Shouldn’t there be just as much light?”
“I don’t know August”
“I don’t want to be a monster”
“You’re not”
[….]




La trama, nelle prime pagine tanto intricata, si districa nel corso di tutto il romanzo per poi re-intricarsi alla fine dello stesso. In attesa dell’uscita del secondo volume della duologia, che in America è prevista per il 13 giugno 2017, vi ricordo che in Italia questo volume verrà pubblicato il 14 giugno 2017 dalla casa editrice Giunti con il titolo di Questo Canto Selvaggio.
Per tutti coloro che hanno voglia di intraprendere la lettura in lingua originale, lo consiglio a chi ha almeno un livello medio-alto di conoscenza della lingua inglese.
Consiglio questo libro a tutti coloro che sono alla ricerca di una storia piena di azione, combattimenti e di personaggi forti e senza paure. Lo consiglio inoltre a tutto coloro che sanno apprezzare una buona costruzione psicologica dei personaggi, che amano le storie di avventura e gli stili di scrittura musicali.
Non fatevelo assolutamente scappare, vi assicuro che non ve ne pentirete.
Il mio giudizio finale è di 4,5 stelle su 5. 



It hurts”
“What does?”
“Being. Not being. Giving in. Holding out. No matter what I do. It hurts”
“That’s life August” she said. “You wanted to feel alive, right? Il doesn’t matteri f you’re a monster or human.
Living hurts”


 


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